Su quali testi si è formata la generazione nata nel Ventennio?
Quali valori e quale retorica veicolavano i Testi unici?
Qual era il modello di infanzia e di giovinezza del regime fascista?
Quale spazio era lasciato alla fantasia infantile?
Domande ampiamente indagate dalla ricca bibliografia critica che si è occupata della fascistizzazione della scuola italiana durante il Ventennio, da cui sono nati nuovi quesiti: poiché la gran parte dei maggiori autori del secondo Novecento studiò su quei banchi di scuola, è possibile che il loro comune impegno etico-civile sia stato una risposta a quella «diseducazione»? E che la loro ricerca di una lingua antiretorica fosse una contro-narrazione della retorica di Regime?
I TESTI UNICI NELLA SCUOLA DEL FASCISMO
Il sito ha l’obiettivo primario di rendere fruibili i Testi unici in uso nelle scuole elementari durante il Ventennio, data la loro scarsa reperibilità nelle principali biblioteche italiane. La maggior parte si trova, infatti, sparsa tra Biblioteche civiche, di Associazioni e Fondazioni culturali o Istituti per la storia della Resistenza; fa eccezione la sola Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, che ne conserva un buon numero, grazie anche alla donazione della prof.ssa Gabriella Klein.
Il sito nasce, ed è finanziato, nell’ambito del Progetto medio di Ateneo «La Sapienza» 2020, «Strapparsi di dosso il fascismo. Il ruolo della retorica e della pedagogia di regime nella formazione della generazione del Ventennio» di cui è responsabile Rosanna Morace e al quale collaborano Paola Cantoni, Stefano Gensini, Sabine Koesters, Guido Melis, Antonella Meniconi, Elisabetta Mondello, Giorgio Nisini, Maria Roccaforte, Massimiliano Tortora.